Questa volta però l’obiettivo – per quanto mai e poi mai giustificabile – non è un “nemico” dichiarato del terrorismo islamico bensì la gente per strada, l’intera Parigi messa sotto scacco da sei sparatorie e tre esplosioni. Sette luoghi colpiti tra stadio, teatro e ristoranti per un triste bilancio di 120 morti rivendicato dall’Isis come l’11 settembre francese. 

Oggi sui social network impazzano le tristi notizie sulle vittime e i messaggi di coloro che fortunatamente sono riusciti a trarsi in salvo. E proprio attraverso Facebook i coniugi serresi Vincenzo Tassone e Nazzarena Rachiele hanno fatto sapere a parenti e amici di stare bene e di essere al sicuro. La coppia  era arrivata a Parigi nella mattinata di ieri per un viaggio di piacere trasformatosi in una giornata di orrore. Trovandosi nelle vicinanze del decimo arrondissement, la coppia è stata costretta a passare tutto il tempo in albergo, dato l’elevato rischio di incorrere in uno dei diversi focolai di violenza innescati dai terroristi. 

Nella mattinata di oggi, raggiunti telefonicamente dal Vizzarro, Vincenzo e Nazzarena hanno dichiarato di stare bene e hanno fornito la loro testimonianza dell'accaduto. «Fortunatamente – ha dichiarato Vincenzo Tassone – al momento dei vari attentati siamo stati allertati e ci è stato detto subito di rimanere nel nostro albergo, molto vicino al X arrondissement (la stessa zona nella quale sono ubicati il bar ed il ristorante dove sono stati esplosi diversi colpi di kalashnikov, ndr). Quindi abbiamo assistito, per fortuna di riflesso, a quanto successo: nelle strade regnava il caos». La coppia avrebbe dovuto lasciare Parigi domani, ma intorno alle 11,30 di questa mattina ha ripreso il treno in direzione della Germania, meta da dove era cominciato il loro viaggio di piacere. «Alla stazione stamattina – ha detto ancora Tassone – era quasi impossibile tentare di lasciare Parigi. Dopo quanto successo i presenti hanno affollato le biglietterie per rientrare. Anche noi, con non poche difficoltà, siamo riusciti a cambiare i nostri biglietti per fare ritorno in Germania, da dove eravamo partiti».