La donna, sembra inghiottita nel nulla da quindici giorni, e le ricerche sono comunque proseguite senza sosta, tanto che gli inquirenti hanno continuato a battere il territorio fra Nicotera e Limbadi. La Chindamo era sparita nella giornata di venerdì 6 maggio non lasciando alcuna traccia di sè. L’unico elemento, assai inquietante, il ritrovamento della sua autovettura, rinvenuta davanti al cancello d’ingresso dell’azienda agricola di proprietà del padre, ubicata a Montalto, una contrada alla periferia del territorio comunale di Limbadi.

Ad accorgersi della vettura abbandonata, un operaio di origine romena. L’uomo, una volta giunto sul posto, aveva trovato la macchina, un suv, con il motore ancora acceso e la portiera del lato guida completamente aperta. All’interno dell’abitacolo schizzi di sangue, sulla tappezzeria e sui sedili, che lasciano presagire ad un’evidente aggressione ai danni della Chindamo. Sul posto si era portata la Scientifica per i rilievi del caso, mentre i carabinieri di Limbadi e Nicotera avevano effettuato controlli negli ospedali della Piana e della costa vibonese, senza riuscire però a ricavare elementi utili. 

Per approfondire l’attività di ricerca, questa mattina, alle ore 10.30, si è tenuta una riunione infoinvestigativa presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, alla quale sono stati convocati a partecipare anche il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Daniele Scardecchia, il comandante della compagnia di Tropea Francesco Manzone e l'aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Calogero Gaetano Paci. Secondo gli inquirenti per venire a capo del fitto mistero si dovrebbe scavare nella vita privata di Maria Chindamo. Sembra ancora questa infatti la pista più accreditata.