Filippo stava rincasando e, nel farlo, quella sera, chiese un passaggio a un conoscente, vero obiettivo dei killer i quali, però, per un errore che alla fine si è rivelato fatale, uccisero proprio il 19enne.

Oltre al papà Martino, alla mamma Anna, alle sorelle Giusy e Maria Teresa, non hanno voluto mancare all’appuntamento anche gli alunni delle scuole, perché a Martino interessa proprio questo, che «siano i giovani a partecipare e a capire l’importanza di queste iniziative». Presenti anche l’ex parlamentare e consulente della commissione Antimafia Angela Napoli; il referente regionale di Libera, don Ennio Stabile; il prete antimafia don Peppino Fiorillo; i sindaci di Soriano (Francesco Bartone), Sorianello (Sergio Cannatelli), Gerocarne (Vitaliano Papillo) e Fabrizia (Andrea Pasqualino) ed il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare coloro i quali a Lamezia Terme – città dove lavora – gli hanno chiesto il pizzo. Tutti assieme hanno marciato in direzione del monumento in memoria di Filippo e delle altre vittime innocenti della criminalità organizzata. «Se stiamo andando avanti, lo devo a mio figlio – sono state le parole di Martino Ceravolo -. Me l'hanno massacrato, e chi lo ha fatto continua a vivere la sua vita, a provare gioie e soddisfazioni che lui non proverà mai». Il sindaco di Soriano ha invece annunciato che il «Comune si costituirà parte civile in un eventuale processo contro gli assassini di Filippo».