Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Dal tardo pomeriggio si è notevolmente e gradatamente abbassata la quantità d’acqua erogata dai rubinetti delle abitazioni serresi. Alcuni punti del paese, come nella zona Scorciatina o nei pressi di via Catanzaro, sono rimasti in queste ore addirittura a secco, così come in molti altri quartieri periferici. In serata il fenomeno ha iniziato ad interessare anche le case del centro storico. Gli amministratori contattati hanno parlato di un problema di carattere tecnico ad una condotta Sorical, ma senza specificare nel dettaglio a cosa fosse imputabile concretamente il disagio e soprattutto quale punto della rete abbia riportato danneggiamenti. A dire degli stessi componenti dell’amministrazione locale, la criticità dovrebbe essere superata già nei prossimi minuti. Tanto che il danno sarebbe stato riparato e, di conseguenza, la gettata di erogazione dell’acqua dovrebbe rientrare nella normalità, anche se chiaramente il condizionale resta obbligatorio tanto che molti cittadini per evitare il peggio stanno già preparando riserve sostitutive, approvvigionandosi di acqua presso le fontane pubbliche site nei paesi limitrofi con fiaschi e bidoni capienti, quantomeno per avere una quantità d’acqua in casa sufficiente a sopperire ai bisogni fisiologici e ai servizi igienici.
Riceviamo e pubblichiamo:
Il Codacons ha organizzato, per sabato 18 maggio alle ore 10:30 a Vibo Valentia in Corso Vittorio Emanuele II n.2, la “Sagra dell’acqua ‘mbelenata”, una folcloristica manifestazione di protesta volta a richiamare l’attenzione dei mass media e delle istituzioni sul problema dell’acqua contaminata da sostanze tossiche in Calabria. 400 mila cittadini dei comuni della provincia di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria hanno subito ordinanze di non potabilità dell'acqua e ancora oggi attendono certezze. Con la manifestazione di sabato vogliamo denunciare pubblicamente le responsabilità delle Pubbliche Amministrazioni coinvolte, e spiegare agli utenti l’azione collettiva da noi avviata, grazie alla quale ogni famiglia può chiedere 1.500 euro di risarcimento per i danni subiti a causa dell’acqua avvelenata.
Nel corso della manifestazione verranno vendute, come provocazione per la situazione insostenibile dei cittadini calabresi, bottigliette di acqua avvelenata. I fondi raccolti saranno devoluti alla famiglia del piccolo Christian Mazzeo, nato con una malformazione che potrebbe compromettere la capacità visiva per tutta la vita; nello specifico i proventi dell’iniziativa serviranno a sostenere le spese del percorso terapeutico per patologie visive da effettuare negli Stati Uniti.
Prenderanno parte all’evento i Pablo live che interpreteranno la versione “’mbelenata” del celebre brano “Calabrisella”.
Codacons Vibo Valentia
FABRIZIA - Finalmente un segnale di forte partecipazione intorno alle questioni sociali. Era prevedibile, peraltro, che per una problematica così grave, come quella della potabilità dell’acqua, le persone si mobilitassero. La sala consiliare di Fabrizia domenica scorsa era piena di pubblico, profondamente proteso all’ascolto. Non si comprende perché una questione di vitale importanza, come quella della salubrità dell’acqua, si stia trascinando negligentemente e non sia stata ancora seriamente considerata come un problema da risolvere. Tutto questo nonostante i frequenti accertamenti di non potabilità e nonostante, ancora, le continue denunce pubbliche, in particolare del Comitato Civico Pro-Serre, il quale, nella stessa serata di domenica, ha organizzato una pubblica assemblea di cittadini, intervenuti numerosi nella Piazza del Monumento a Serra San Bruno.
Preoccupa fortemente i cittadini dei nostri paesi di montagna, il fatto che le sorgenti a così alta quota, che dovrebbero di per sé essere una garanzia, siano invece così vulnerabili e soggette a complicazioni probabilmente d’origine inquinante ambientale. Affermare che le sorgenti sono pericolose perché “non controllate” non aiuta a migliorare, da nessun punto di vista, le aspettative e, soprattutto, non risolve la problematica connessa all’Alaco. Però in funzione di pronto intervento, il ripristino e la realizzazione di punti controllati di distribuzione sorgiva, dovrebbero far parte di una strategia di necessità. Purtroppo capire il reale stato delle cose, non è stato concesso, stante l’usuale manierismo del dire tutto ed il contrario di tutto. Tuttavia, nella relazione del Sindaco, sono risultate palesi alcune contraddizioni, specie in materia di intenti futuri. Bene ha fatto a sottolinearlo l’Insegnante Dott.ssa Rosa Suppa, che ha chiesto chiarezza su intenzioni future e scenari attesi; purtroppo senz’altro esito che quello di verificare la chiara indisponibilità ad accettare rilievi. Anche per questo, problemi irrisolti e contraddizioni restano.
I paesi del vibonese che hanno ceduto tutte le proprie acque all’azienda a capitale misto che le gestisce, si trovano al momento sconsolati e con scarse prospettive. Non s’intravede alcuna speranza di autonomia, che potrebbe raggiungersi se si fosse saggiamente intenzionati a non prorogare la convenzione alla Sorical, comportante oltre tutto costi esorbitanti. Pretendere l’utilizzo delle proprie sorgenti e riprendere lo sfruttamento dei pozzi, sarebbe igienicamente più sicuro ed economicamente più vantaggioso. Con il risparmio di tutti i soldi che annualmente vanno erogati alla Sorical (45 mila euro è la cifra riguardante Fabrizia, come dichiarato dal Sindaco), molte opere idriche e distributive potrebbero essere realizzate nei territori nel giro di pochissimi anni. Ma l’azienda rappresenta una formidabile fonte di potere politico-economico, oltretutto allegramente gestibile non essendo soggetta a stringenti vincoli e rappresenta, al contrario, quasi una comoda zona franca.
Se risponde a verità il fatto che dal 21-22 dicembre Fabrizia non prende acqua dall’Alaco e se è vero che la situazione era ed è tranquilla, perché si è deciso di gettare panico nella popolazione? E, comunque, questo presunto paradiso, quanto durerebbe? “Fino alla fine di febbraio” perché l’autonomia, come dichiarato dal Sindaco, si esaurirebbe con questo periodo di stretto inverno.
Ma è più generale, nel territorio l’assenza d’interesse a pervenire ad autonomia di approvvigionamento idrico.
È stato affermato da più parti che le analisi successive a quelle di cui si è parlato finora (risalenti al prelievo del 6 dicembre) abbiano dato esiti negativi, consentendo di dichiarare la potabilità dell’acqua. Rimane tuttavia integro il timore che si stia pericolosamente tralasciando di valutare quei fattori chimici, prima denominati “benzene” che poi, nella precisazione successiva, vengono tecnicamente definiti “COMPOSTI AROMATICI ALOGENATI DERIVATI DA BENZENE ESPRESSI COME BENZENE”. Infatti, nella dichiarazione dell’A.R.P.A.CAL., diramata in funzione di errata corrige, non viene né smentito né confermato alcunchè riguardo alla potabilità dell’acqua, avendo specificato, in merito alle sostanze rilevate, trattarsi di componenti non previsti nel decreto legislativo n. 31/01 e quindi “senza limiti di legge”.
Certamente questa precisazione, non solo non è tranquillizzante, ma piuttosto è idonea a provocare serio allarme. I fattori inquinanti ci sono, e fa bene il Comitato civico pro-serre a ribadire che occorre unirsi – al di la del colore politico, come cittadini – per reclamare i propri diritti. La salute pubblica non si tutela voltandosi da un’altra parte o ignorando i pericoli in atto.
Da questo episodio può e deve sorgere un caso nazionale: le vecchie regole poste alla base delle indagini igienico-sanitarie, potrebbero essere delegittimate e rivoluzionate da una necessaria nuova attenzione scientifica. Qualcuno ricorderà i bei tempi in cui il D.D.T. veniva erogato generosamente dalle madri sulla testa dei bambini in età scolastica, in ogni caso di allarme pidocchi. Ebbene dopo l’uso smisurato per anni, questo pericoloso prodotto fu vietato, avendone accertato la natura cancerogena. Idem per eternit ed altri prodotti ritirati dal mercato. Le esperienze del passato ci dovrebbero aiutare a stare più in guardia nei confronti delle nuove insidie – ancora sconosciute ma reali – consigliandoci di evitare lungaggini che comprometterebbero, forse irreversibilmente, la salute e spesso anche la vita delle persone.
Maria Cirillo
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