«Appare infatti tradito – hanno spiegato in un comunicato stampa – il pieno mandato che i cittadini vibonesi hanno conferito al sindaco e alla sua coalizione. A lui chiediamo il coraggio di dire finalmente ai cittadini che si trova ostaggio di una maggioranza, ormai divisa in diversi gruppi e sottogruppi, che non gli permette di amministrare la nostra città. È chiaro ed evidente che ormai da mesi, il lavoro del sindaco è finalizzato esclusivamente a ricomporre le fratture e le divisioni che la sua maggioranza genera quotidianamente, a dispetto dei tanti problemi che la città vive e che andrebbero affrontati da un’amministrazione seria e capace».
«L’inadeguatezza di questa amministrazione è ormai tangibile – continuano i consiglieri Pd – e non ha bisogno di ratifiche in consiglio comunale, poiché la scommessa di Costa per una città “ giardino sul mare” è definitivamente perduta. Chiediamo quindi a quei consiglieri che ancora conservano dignità e amore per la nostra città, un atto di responsabilità che si traduce nelle dimissioni immediate da presentare contestualmente a quelle dell’opposizione».
«A questo punto chiediamo ai consiglieri di Vibo Unica e al presidente Stefano Luciano, che volutamente si è svestito della sua funzione istituzionale e imparziale, e allo stesso assessore Scrugli, di avere il coraggio di uscire da questa ambiguità e di trarre quelle conclusioni da loro stessi annunciate, che non possono che tradursi nelle dimissioni dalla carica consiliare. Riteniamo che diversamente, e cioè senza dimissioni, la loro posizione politica sarebbe chiaramente un tentativo di ricattare politicamente il sindaco al fine di ottenere solo visibilità politica e istituzionale. In quest’ultimo caso significherebbe lasciare l’amministrazione di questa città in mano a dei gruppi politici interessati esclusivamente alle poltrone».
«Riteniamo – concludono i consiglieri del partito di via Argentaria – superflua e inutile un ulteriore discussione in consiglio circa i fallimenti di questa amministrazione. E’ invece indispensabile rimettere, senza ulteriore indugio, ai cittadini vibonesi la possibilità di eleggere una nuova amministrazione».