In mezzo speranze e proteste. Soldi che sembrano non bastare mai. Varianti progettuali, interrogazioni parlamentari. Intimidazioni, esplosioni ed estorsioni, mazzette, incendi, omicidi. E poi, soprattutto, campagne elettorali bagnate da fiumi e fiumi di parole, promesse, passerelle, cerimonie, visite informali ed ufficiali. Come quella dell’1 marzo 2011, quando per inaugurare 7 chilometri di strada – soltanto 7 sui 56 totali – sul tronco IV e IV bis, che dallo svincolo di Croce Ferrata conduce fino a Monte Cucco, piombò Altero Matteoli. Il ministro delle Infrastrutture del quarto governo Berlusconi teatralmente armato di forbici per il taglio solenne del classico nastro tricolore. Assieme a lui l’allora presidente Anas, Pietro, Ciucci; l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti; quello della Provincia di Vibo, Francesco De Nisi; l’arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Antonio Ciliberti; il consigliere regionale Nazzareno Salerno; il senatore Francesco Bevilacqua; l’onorevole Mario Tassone e una miriade infinita di amministratori locali i cui territori sono, saranno o avrebbero dovuto essere lambiti dall’opera.
Prima ancora innumerevoli cerimonie, tutte belle, tutte uguali. Ancora interviste, annunci, trionfalismi, promesse e perfino manifesti giganti che ritraggono la Trasversale che sarà come protagonista indiscussa di concitate campagne elettorali. Tra tutte l'iconografia divenuta mitica de «lo sviluppo è avviato», urlato a caratteri cubitali alle spalle di Pino Soriero, ex sottosegretario ai Trasporti del governo Prodi, tre volte deputato, che proprio della Trasversale delle Serre, la famigerata statale 182, fece uno dei cavalli migliori da sfoggiare in battaglia.
Oggi come allora, altre visite, altri sorrisi, altre cravatte, ancora impegni, ancora strette di mano, fronti e camicie impregnate di sudore sull’asfalto intermittente di una strada che – promettono – «sarà presto completata», laddove per completata non si intende chiaramente la sua progettazione esecutiva che la voleva da Tropea a Soverato, ma qualcosa di molto simile alla metà dell’opera. Insomma, sotto a chi tocca. Ecco allora che sulla Trasversale delle Serre, ieri pomeriggio, avvolto da una calura soffocante c’è stato un nuovo governatore, il quarto dopo – rigorosamente in ordine cronologico – Chiaravalloti, Loiero e Scopelliti. Questa volta è toccato a Mario Oliverio, ma – ci raccontano – rispetto ai suoi predecessori è stato molto più determinato e cattivo perché assieme all’onorevole Bruno Censore ed all’immancabile abituale miriade di amministratori locali, ha bastonato l’Anas. «Troppi ritardi, tra pochi mesi voglio trovare tutto pronto!», pare abbia tuonato un mordace Mario, costretto a respirare la polvere del tratto Fondo Valle Mesima che dovrebbe collegare (presto?) allo svincolo autostradale. Un film già visto. L’Anas è avvisata. Basterà?
Lo sguardo speranzoso dei presenti, non mancano i curiosi e poi telecamere, macchine fotografiche e microfoni, tutti pronti, tutti in posa. Qualche scatto e il “cattivone” Oliverio risale in macchine e se ne va. Restano i cantieri, resta la polvere. Resta un territorio desolato e desolante, consapevole del fatto che – comunque vada – avrà sempre un ritardo di oltre cinquant’anni da recuperare. Consapevole del fatto che – comunque vada – quel ritardo non lo recupererà mai.