Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo:
Ci sono dei momenti che, più di altri, ci spingono a fermarci per riflettere sui comportamenti dell’uomo e sulla fragilità di un sistema sociale che – se non sorretto da una ferma memoria storica - rischia di crollare sotto i colpi dell’egoismo, dell’ignorante intolleranza, dell’incapacità di riconoscere come fratelli i propri simili.
Non è questione di esercizio retorico: semplicemente bisogna rendersi conto che il confine fra umanità e disumanità non è così solido e scontato come possa apparire. Il triste ricordo che ogni anno rinnoviamo riguardo al genocidio degli ebrei compiuto durante la Seconda Guerra mondiale non può essere una celebrazione arida, senza emozioni, senza sentimenti.
Deve, invece, costituire un filo che ci lega con un passato contraddistinto anche da terrificanti eventi di cui è stato responsabile l’uomo che non possiamo dimenticare e che deve servirci per rendere solide le fondamenta della società partendo da quelli che sono fatti realmente accaduti. Ed è dai fatti, crudi, che occorre partire. Fatti che ci parlano di uomini prima derisi e discriminati, poi umiliati, privati della loro dignità, internati, uccisi da altri uomini. Perché appartenevano ad un’altra razza. L’uomo si è reso responsabile del sangue versato a causa della sua malvagità, ha distinto fra uomo ed uomo. Fra ebrei ed ariani. Come se la comunità umana fosse qualcosa di esclusivo, a cui solo qualcuno può appartenere. Ha barbaramente stroncato l’esistenza di altri uomini, di suoi fratelli. La Shoah è una macchia indelebile della storia dell’umanità: onorare la memoria di chi non c’è più è un gesto doveroso non solo nei confronti di chi ha perso la propria vita durante quel tragico periodo ma anche di chi ancora deve vivere il suo cammino su questa terra. La conoscenza di ciò che è stato è infatti un mezzo imprescindibile per impedire il ripetersi di vergognosi orrori che hanno segnato l’appannamento della natura umana. E per capire che non c’è differenza fra persone appartenenti a razze diverse, che hanno un diverso colore della pelle, che praticano diverse religioni o che hanno convinzioni politiche o culture diverse. Semmai la diversità è un elemento da valorizzare per arricchirsi umanamente e crescere socialmente. L’Olocausto assume dunque un significato chiaro per ogni singolo componente della comunità umana ed impone un rigetto forte e deciso di ogni forma di antisemitismo e violenza, stroncando subito ogni embrione di estremismo o fanatismo. Allo stesso tempo, la Shoah è ancora oggi motivo di sofferenza e dolore. Un dolore vivo che il trascorrere del tempo non può attenuare.
Luigi Tassone
Consigliere regionale della Calabria – Partito democratico
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