Si sarebbero già rivelate bolle di sapone le garanzie offerte da più parti rispetto all’imminente riapertura del Pronto soccorso di Serra San Bruno, che nei giorni scorsi aveva subito un brusco ridimensionamento a Punto di primo intervento h24 con il contestuale trasferimento a Vibo dei due unici anestesisti in servizio nella stessa struttura serrese. Dopo la levata di scudi arrivata da movimenti, esponenti politici e associazioni, i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia avevano assicurato il pronto ritorno all’ordinarietà del servizio prestato nella postazione di Pronto soccorso del San Bruno. «La temporanea rimodulazione è stata superata e a far data dalle ore 8.00 di sabato 28.03.2020 sarà nuovamente garantita l’attività anestesiologica, ripristinando la piena attività del Pronto soccorso» aveva fatto sapere «il commissario straordinario Giuseppe Giuliano, dopo un ampio confronto con il direttore sanitario aziendale, Matteo Galletta, il direttore del dipartimento Emergenza Urgenza, Michele Comito, il direttore di Anestesia e Rianimazione, Peppino Oppedisano».
Il primo provvedimento – che come detto aveva portato al declassamento della postazione di Pronto soccorso del San Bruno e al trasferimento immediato dei due dirigenti medici di Anestesia verso lo Jazzolino di Vibo – avrebbe dovuto avere carattere “temporaneo” e sarebbe stato frutto dell’emergenza Covid 19 in corso. Nella stessa nota stampa i vertici dell’Azienda sanitaria vibonese avevano ringraziato, tra gli altri, in particolare il senatore Giuseppe Mangialavori e l’onorevole Wanda Ferro per le sollecitazioni ricevute sul caso. Ma ad oggi nulla pare essere cambiato, così come non sarebbe ancora entrato in funzione il servizio pre triage, e la grave carenza di servizi e professionisti ai danni dell’ospedale di Serra San Bruno di fatto persiste anche oltre la fatidica data promessa.