Come si ricorderà, il Comitato aveva in un primo momento presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, atto che invece è poi passato nelle competenze del Tar grazie alla richiesta avanzata dall’amministrazione comunale di Arena, che ringraziamo per il sostegno alla nostra battaglia civica. Nonostante l’impegno costante del nostro legale, l’avvocato Angelo Calzone, e il sostegno ricevuto dalle centinaia di serresi che hanno contribuito volontariamente a sostenere le spese legali, i giudici amministrativi hanno rigettato il nostro ricorso, dichiarandolo in parte improcedibile perché, successivamente, sulla stessa materia è intervenuto con alcune modifiche un ulteriore decreto (il numero 30 del 3 marzo 2016).
Al di là degli aspetti tecnici e delle possibili ulteriori azioni legali, che nei prossimi giorni saranno valutati dai nostri avvocati, intendiamo innanzitutto ringraziare i tantissimi cittadini che, in maniera disinteressata e in piena coscienza della battaglia civica in atto, hanno garantito e garantiscono il loro appoggio alle iniziative politiche del Comitato. Ai serresi, oltre a un sentito ringraziamento per il contributo concreto ricevuto, garantiamo inoltre che la nostra lotta, nonostante questa battuta d’arresto, non conoscerà sosta e andrà avanti con maggiore determinazione di prima.
Quella che si combatte nelle aule dei tribunali a colpi di carta bollata non è la nostra battaglia, ne siamo consapevoli, ma abbiamo comunque cercato di far valere in sede di giustizia amministrativa le ragioni di migliaia di persone che continuano a subire, con tutti i governi che si sono alternati negli ultimi anni sia a Catanzaro che a Roma, tagli indiscriminati a servizi essenziali per la sopravvivenza di intere comunità già emarginate sotto tutti i punti di vista.
Ci abbiamo provato, soprattutto perché nessun soggetto politico presente sul territorio, al di là delle belle parole e degli annunci da campagna elettorale, ha mai avanzato alcun atto concreto contro questa riorganizzazione sanitaria che finisce per colpire sempre i più deboli. Finora a queste latitudini solo il Comitato ha impugnato un decreto del tanto contestato (a parole) commissario Scura, mentre la Regione Calabria ha pensato bene di costituirsi in giudizio contro il Comitato e a favore di Scura. Sappiano, i mandanti e i sudditi politici di quest’ultimo, che non ci fermeremo certo qui, anche perché rimane in piedi nei decreti di Scura la clausola che prevede la chiusura dell’ospedale di Serra San Bruno nel momento in cui entrerà in funzione il nuovo ospedale di Vibo. Nonostante quella del nuovo ospedale sia già diventata l’ennesima vicenda tragicomica che questo territorio è costretto a subire, non possiamo certo accettare di sperare che la nuova struttura non vada mai a regime per mantenere in vita il presidio ospedaliero di Serra.
Per questi motivi riporteremo molto presto la nostra battaglia nelle strade e nelle piazze, nella convinzione che il ruolo di lotta del Comitato sia sempre più necessario per contrastare le nefandezze della politica nostrana e riscattare un territorio che, al di là delle decisioni della giustizia penale e amministrativa, ha estremo bisogno di almeno un minimo di giustizia sociale.
COMITATO CIVICO PRO SERRE