Stiamo parlando delle postazioni delle Guardie mediche dislocate nel territorio della provincia di Vibo, oggetto di un piano di riorganizzazione messo in campo dall'Asp di Vibo che, nel corso di una riunione tenutati nella giornata di sabato presso il palazzo municipale della città capoluogo - al quale hanno preso parte anche i vertici dell'Azienda Sanitaria provinciale, Michelangelo Miceli e Francesco Procopio - ha presentato ai sindaci che sono intervenuti il disegno sulla riorganizzazione delle postazioni di continuità assistenziale presenti sull'intero territorio provinciale.
Un piano, questo, che nasce dall'esigenza di adeguare il Vibonese alle nuove disposizioni vigenti in materia che, in sostanza, obbligano le Asp a ridurre le postazioni presenti, cambiando allo stesso tempo il rapporto tra queste e gli abitanti, che dovrà essere di una ogni 7500 abitanti, mentre fino ad oggi il rapporto era di una postazione ogni 3500 abitanti. Numeri alla mano, dunque, dalle 39 postazioni attualmente presenti si passerebbe a 23, mentre le altre dovrebbero essere accorpate a quelle più vicine. Lo stesso Miceli, però, nel corso della riunione, pare abbia lasciato margini di apertura per eventuali modifiche.
Da parte loro, invece, i sindaci hanno respinto il piano messo in campo dall'Asp, alla quale non è rimasto altro che aggiornare la seduta al 20 ottobre prossimo, data entro la quale i primi cittadini dei tre distretti sanitari (vale a dire quello di Vibo Valentia, Tropea e Serra San Bruno) si riuniranno e, dopodiché, sottoporranno all'Asl le loro proposte di riorganizzazione delle guardie mediche.
Per quel che riguarda, infine, le singole postazioni, ad oggi quelle maggiormente a rischio sarebbero quelle di Simbario, Mongiana, Pizzoni, Capistrano e Caroniti.