Perché di fronte ad una coalizione che ha ormai rinsaldato ogni rapporto, c’è un centrodestra gracile e cagionevole, notevolmente indebolito a seguito delle dinamiche politiche, poco felici, maturate a livello regionale e provinciale. Non sarà facile infatti – al netto di qualsivoglia tentativo di smarcamento – per gli eredi dell’amministrazione guidata dal primo cittadino Bruno Rosi, riuscire a celare un lustro di governo non proprio soddisfacente, specie se relazionato a quelle che erano le aspettative iniziali. E proprio gli ultimi cinque anni di amministrazione potrebbero rappresentare l’handicap maggiore per la compagine, in via di definizione, con la quale il consigliere regionale forzista Nazzareno Salerno tenterà di mantenere le redini del municipio serrese.
Ma se nel centrodestra “salerniano” la possibilità di una riconferma e della contestuale ricandidatura per il sindaco in carica, Rosi, sembra quindi un’ipotesi remota, altrettanto amletico resta il futuro dell’area dirimpettaia dei “censoriani”, favorita, sì, nel prossimo turno elettorale, ma le cui dinamiche interne restano sempre e comunque aggrovigliate come una matassa della quale, ancora, non si riesce a trovare il bandolo risolutore. Molto, allora, passerà proprio dalla scelta del candidato alla carica di primo cittadino, contesa da, almeno, cinque aspiranti candidati.
Movimentati sembrano essere stati gli ultimi giorni, quando – forse per impegni di natura personale, forse no –, a disertare il tavolo di una recente “cena elettorale allargata” (pare che la prassi degli incontri al tavolo sia molto in voga), tra i commensali non si contava la presenza di Vincenzo Damiani, già amministratore comunale nelle giunte Censore e Lo Iacono e prima ancora con una breve parentesi nel centrodestra, divenuto però in questi ultimi anni uno dei pilastri della segreteria del locale Partito democratico. Damiani – senza molti giri di parole – avrebbe posto, giorni fa, un duro ultimatum sul tavolo di Censore, con la pretesa – non molto celata – di una candidatura che dopo tanti “passi indietro” gli spetterebbe, a suo dire, quasi di diritto. Dopo tutto proprio il medico 54enne, nella lista voluta per le elezioni del maggio 2011 dal parlamentare serrese, la "Città degli Abeti”, fu il candidato capace di riscuotere maggiori preferenze, secondo solo allo stesso Censore.
Una tornata elettorale che riecheggia infelice, ma ancora viva nella memoria di molti dei militanti di quella parte di Pd che, proprio cinque anni fa, assecondando i piani scissionisti di Censore, si erano rivisti nella candidatura a sindaco – a capo della lista "Città degli Abeti" – dell’avvocato Rosanna Federico, che anche questa volta, nonostante le “incomprensioni” delle scorse settimane, avrebbe qualche chance per essere individuata come il nome giusto sul quale puntare. Ipotesi invisa però a molti degli alleati di ritorno, perché la candidatura della Federico potrebbe essere intesa come una riconferma di quella divisione che tanto, oggi, si cerca di lasciare alle spalle. C’è un’altra donna, allora, che pare possa annoverarsi come papabile per la corsa alla candidatura che più conta: si tratterebbe di Michela De Francesco, segretaria comunale ad Acquaro e Mongiana, e moglie dell’ex vicensindaco e consigliere provinciale Raffaele Masciari. Ma la professionista – secondo i meglio informati – pagherebbe proprio le recenti scelte politiche del congiunto, che aveva, nell’ultima tornata elettorale locale, abbandonato in polemica le fila “censoriane” optando per la candidatura nella lista civica, ultima per numero di consensi conseguiti, "Al Lavoro per il Cambiamento". Così come, nel novembre scorso, aveva deciso di non riconoscere il sostegno elettorale al delfino di Bruno Censore, oggi consigliere regionale di maggioranza, Michele Mirabello.
Ecco allora che nella cinquina di nomi in corsa emergono i due che appaiono come quelli maggiormente favoriti. Con la prima ipotesi l’idea sarebbe quella di affidarsi ad un candidato di conclamata esperienza, con più precedenti amministrativi alle spalle fra consesso comunale e provinciale. Si tratta di Domenico Dominelli, dirigente Asp, considerato uomo di fiducia di Censore, nonostante le “incomprensioni” registratesi negli anni in cui lo stesso Dominelli aveva ricoperto il ruolo di assessore alla Provincia di Vibo, nella seconda giunta Bruni. Ma se – in questo scontro tutto generazionale – a prevalere sarebbe l’intenzione di varare un progetto che trovi fondamento nell’esigenza di un rinnovo anche anagrafico della classe amministrativa chiamata a guidare Serra San Bruno almeno fino al 2021, allora ecco che le maggiori chance sarebbero da attribuire al segretario cittadino del Partito democratico, Paolo Reitano, anche lui avvocato e da considerare, senza dubbio alcuno, uno degli uomini più vicini al deputato serrese. Si tratterebbe, tra l’altro, di un nome gradito anche agli alleati di maggiore peso elettorale, l’ex sindaco Raffaele “Pietro” Lo Iacono e l’ex consigliere provinciale Giuseppe Raffele.
Saranno di certo i prossimi mesi, dunque, a dipanare una trama divenuta quasi labirintica ma che, alla fine, pare debba risolversi nella scelta di uno tra i cinque contendenti che, in maniera più o meno esplicita, restano in attesa di “buone nuove”.