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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Per tutti, quello di oggi, sarebbe un giorno qualunque, ma per i familiari di Pasquale Andreacchi - il 18enne di Serra San Bruno svanito nel nulla la sera dell’1 ottobre 2019 ed i cui resti furono rinvenuti due mesi più tardi, a dicembre, in un cassonetto dei rifiuti, in una zona alla periferia del paese - quella del 13 settembre è una data cerchiata in rosso. Non solo sul calendario, ma anche nelle menti dei propri cari.
Oggi, infatti, Pasquale avrebbe festeggiato il suo trentesimo compleanno. In casa Andreacchi, però, c’è davvero poco da festeggiare, perché forse è proprio oggi che riecheggiano maggiormente i ricordi: quelli di un ragazzo buono che aveva ancora una vita davanti a sé, e che la crudeltà umana ha portato via troppo presto da questa terra.
La sera dell’11 ottobre 2009, Pasquale - dopo essersi ritirato dal maneggio in compagnia del padre Salvatore - intorno alle 19 esce per comprare le sigarette. Poche centinaia di metri separano l'abitazione dell’allora 18enne dal tabacchino. Purtroppo, però, Pasquale quella sera non fa ritorno a casa. La mattina seguente, la madre Maria Rosa, non vedendo il figlio a letto, inizia a sentire parenti e amici per capire se qualcuno lo avesse visto, ma niente. Di Pasquale nessuna notizia. I genitori, dunque, decidono di recarsi presso il locale Commissariato di Polizia per sporgere denuncia. Dalle attività investigative portate avanti dagli inquirenti - oltre ad alcune testimonianze che, alla fine, verranno ritrattate - emerge un particolare di non poco conto: Pasquale avrebbe acquistato un cavallo per festeggiare il suo ingresso nella maggiore età da un pregiudicato del luogo che, per il mancato pagamento, pare abbia minacciato più volte il giovane e i suoi familiari. Oltre ai sospetti, però, non è mai emerso nulla di concreto. Il 9 dicembre dello stesso anno, la notizia che non ti aspetti: alcuni operai comunali trovano in un cassonetto un teschio umano con un foro da proiettile in fronte e un femore spezzato. Il 27 dicembre, poco distante dal cassonetto, un cacciatore trova altri resti umani: frammenti ossei e vestiti poggiati su una pagina di giornale. A gennaio, poi, con l’esame del dna ogni dubbio svanisce: quei resti appartengono proprio a Pasquale, picchiato brutalmente, fatto inginocchiare, ucciso con colpo di pistola in fronte e dato in pasto agli animali selvatici.
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