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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Stamattina, il personale della Squadra Mobile di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Dda di Catanzaro ed emessa dal gip del Tribunale, traendo in arresto Rosario Primo Mantino, vibonese classe '75, pluripregiudicato, ritenuto responsabile, in concorso con altri, di estorsione e lesioni aggravate per essere state commesse con modalità di tipo mafioso.
La misura cautelare si riferisce ad un episodio avvenuto nella tarda serata del 13 giugno 2015, quando al 113 della Questura di Vibo era pervenuta una chiamata che segnalava un pestaggio in atto sul molo antistante la Capitaneria di Porto di Vibo Marina. Gli agenti della Polizia di Stato, dopo essersi recati sul posto e prendendo i contatti con i militari della Capitaneria di Porto, hanno appreso del fatto che poco prima un membro dell’equipaggio di un motopeschereccio sottoposto a controllo era stato aggredito e colpito violentemente da due persone armate di bastoni, le quali erano comunque riuscite a darsi alla fuga a bordo di un’auto guidata da una terza persona prima che gli stessi militari potessero intervenire.
L’aggredito, un pescatore da poco rientrato da una battuta di pesca, era costretto a ricorrere alle cure del personale sanitario del 118, nel frattempo fatto intervenire sul posto.
La vittima, unitamente a un fratello - anche lui componente dell’equipaggio del peschereccio - era stata invitata presso gli uffici della Squadra Mobile vibonese per chiarire i fatti poco prima accaduti e in tale circostanza l’uomo ha denunciato l’aggressione subìta, aggiungendo che la spedizione punitiva era dovuta alla pretesa da parte degli aggressori di ottenere parte del pescato “sotto forma di omaggio”, e che tale richiesta sarebbe stata puntualmente avanzata tutte le volte che si rientrava dalle battute di pesca. I pescatori – che, in diverse occasioni, pur di restare tranquilli, avevano acconsentito alle richieste - erano stati aggrediti per avere consegnato un quantitativo di tonno pescato inferiore a quello preteso.
L’attività di indagine, coordinata dai magistrati della Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri e svolta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia, ha richiesto particolare impegno nella ricostruzione dei fatti e nell’individuazione precisa dei responsabili, avvenuta, principalmente, tramite attività tecniche, l’escussione di testi e la disamina delle immagini videoregistrate dai sistemi di videosorveglianza all’interno del Porto di Vibo Marina.
Mantino è ritenuto organico al clan locale dei Piscopisani, motivo per il quale i pescatori preferivano cedere alle illecite richieste, piuttosto che incorrere nelle rappresaglie degli appartenenti alla cosca.
Sono in corso ulteriori indagini e ricerche per assicurare alla giustizia altri pregiudicati, ritenuti coinvolti nel fatto.
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