Il processo – celebrato on rito abbreviato – vedeva imputate, oltre al giovane, altre due persone con l'accusa di favoreggiamento: lo zio Giulio Putortì e un amico, Giuseppe De Certo. Il primo è stato assolto, il secondo invece si è visto infliggere una condanna a 8 mesi.
All'origine del gesto, secondo quanto riportato dall’Ansa, la relazione intrapresa dalla ragazza con una persona invisa al fratello ma, più in generale, il fatto che la giovane non seguisse i consigli, o meglio i dettami, del congiunto il quale, dopo la scomparsa del padre, si sentiva essere il capofamiglia. Il ferimento era avvenuto davanti ad un bar di Nicotera mentre la vittima, dipendente del locale, stava servendo ai tavoli all'esterno. I colpi di fucile erano stati sparati da bordo di un'auto. Uno aveva ferito la ragazza alla gamba lesionando l'arteria femorale e facendole perdere copiosamente sangue. Poche ore dopo i carabinieri riuscirono a risalire al responsabile che ammise il gesto motivandolo con i rapporti non idilliaci con la sorella la quale, a sua volta, manifestò l'intenzione di perdonarlo.
Per Demetrio Putortì il pm aveva chiesto la condanna a 13 anni e sei mesi di reclusione.