Si è conclusa così l'iniziativa organizzata stamane a Soriano Calabro dove, in occasione dei tre anni dall'omicidio di Filippo Ceravolo - il giovane deceduto la sera del 25 ottobre del 2012 - le scuole del paese ed i familiari hanno organizzato una giornata interamente dedicata al diciannovenne, ucciso da mano ancora ignota sulla strada che collega Pizzoni a Soriano.
Come da programma, la manifestazione si è aperta con la Santa Messa officiata da don Pino Sergio, della parrocchia di San Martino. Erano presenti, inoltre, gli alunni dell'istituto Omnicomprensivo Statale, i testimoni di giustizia Rocco Mangiardi e Pino Masciari, il sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo, quello di Sorianello, Sergio Cannatelli, il vice sindaco di Soriano, Giuseppe Lico, il rappresentante della Cgil Calabria, Raffaele Mammoliti e diverse autorità militari.
«Noi - ha detto il parroco nel corso della sua omelia - dimentichiamo troppo spesso. Non vogliamo vivere nella paura, perchè quello che è successo tre anni fa a Filippo si è ripetuto anche a Riace, dove un'altra giovane vita è stata spezzata. Ecco, dobbiamo dire basta a tutto ciò. E' necessario che ciascuno di noi si assuma le proprie responsabilità, perchè ciò che è accaduto a Filippo non si ripeta mai più». Terminata l'omelia ci sono state le testimonianze e le preghiere dei ragazzi e, al termine della Santa Messa, il padre di Filippo, Martino, ha esortato i giovani a «reagire» con fermezza e a dire «basta a questa criminalità che sta distruggendo un intero territorio. La lotta che ho fatto fino ad ora - ha aggiunto Martino Ceravolo - l'ho fatta anche per voi giovani, che siete il futuro di questa terra. Perdere un figlio a 19 anni non è semplice, ma non ci fermeremo qui. La mia battaglia e quella della mia famiglia andrà avanti, perchè l'omicidio di mio figlio non può e non deve rimanere impunito. Non si può perdere un figlio così. Vogliamo giustizia, pretendiamo che gli assassini di Filippo vengano individuati e arrestati. Devono pagare per quello che hanno fatto alla mia famiglia, così come non posso in alcun modo accettare l'archiviazione del caso dell'omicidio di un giovane. Filippo merita di avere giustizia e mi batterò affinchè i colpevoli siano presto arrestati e portati in carcere». A seguire, tra gli altri, gli interventi di Pino Masciari - che non ha mancato di criticare l'atteggiamento di chi, come la politica e la gente comune, «avrebbe dovuto partecipare in massa a questa iniziativa» - e Rocco Mangiardi, per il quale, invece, «le cose pian piano stanno finalmente cambiando».
Dopodiché, si è tenuta una marcia silenziosa che, da piazza Falcone, ha raggiunto la scuola media del paese, dove i ragazzi hanno piantato un albero che, come da loro stessi testimoniato, «vuole essere un simbolo di speranza, un segno della volontà di impegnarsi in un cammino lungo, paziente e faticoso, che ci veda crescere assieme, accomunati da un fine ultimo: testimoniare che c'è posto per la rinascita, che c'è senz'altro una nuova primavera, dopo il freddo dell'inverno e che, soprattutto, ci sono giovani vite che cresceranno con la promessa di seguire e portare alti i valori della solidarietà, della legalità e della giustizia».
Il fatto di sangue in cui ha perso la vita Filippo si inquadrerebbe nell'ambito della sanguinosa faida tra il clan degli Emanuele e quello dei Loielo, che si è riaccesa nei giorni scorsi quando, a rimanere ferite in un agguato nella frazione “Ariola” di Gerocarne, sono state quattro persone, tutte appartenenti alla famiglia Loielo.