Il giudice monocratico del Tribunale di Vibo Valentia, Chiara Sapia, ha condannato Michele Gamo (foto), 52enne di Serra San Bruno, alla pena di 8 anni di reclusione e al pagamento di circa 20mila euro complessivi a titolo di risarcimento danni e spese processuali. Gamo era finito in manette nel febbraio 2015 con l'accusa di truffa ed estorsione aggravata nei confronti di un anziano suo concittadino. L’anziano, disperato, si era rivolto ai carabinieri in preda ad una crisi depressiva.

La condizione psicologica sarebbe stata causata dal 52enne che, con minacce, promesse e raggiri perpetrati anche attraverso telefonate di minaccia, lo avrebbe indotto a cedere alle sue richieste. Dinamiche, queste, che avevano dunque fatto sprofondare la vittima, rappresentata in giudizio dall'avvocato Angelo Calzone, in uno stato di totale degrado psicofisico e di disagio patrimoniale legato a cessioni di denaro per decine di migliaia di euro.

Gamo, infatti, stando alle indagini dei carabinieri di Serra San Bruno, aveva indotto l’anziano a versare alcune cifre di denaro da destinare a fantomatiche terze persone indispettite dal fatto che l’anziano avrebbe estirpato alcune piante durante delle passeggiate nei boschi. Le attività avevano, dunque, accertato sia la continua truffa ai danni del pensionato, sia le minacce a lui rivolte e che avevano determinato uno stato d’ansia tale da costringere l’anziano al ricovero presso l’ospedale di Serra San Bruno, dove gli era stato diagnosticato un principio di ischemia cerebrale, dovuto proprio al continuo stress psico-fisico. Le minacce però sarebbero proseguite anche durante la degenza in ospedale. Nelle telefonate minatorie l’indagato era inoltre arrivato persino a simulare la voce di donna, che prometteva all’anziano un rapporto “sentimentale” in cambio di soldi.