Mercoledì, 08 Luglio 2020 08:59

Buoni spesa a ‘ndranghetisti e falsi poveri, segnalate 126 persone a Tropea

Scritto da Redazione
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I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia hanno scoperto 126 persone che, a giudizio dei finanzieri, avevano presentato false autocertificazioni con lo scopo di ottenere i buoni spesa, erogati dai Comuni alle famiglie in difficoltà e destinati all’acquisto di generi alimentari e di prima necessità.

I soggetti coinvolti, tra i quali anche pregiudicati appartenenti alla criminalità organizzata, sono stati sanzionati amministrativamente, ai sensi dell’art. 316 ter del Codice penale (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato), che prevede il pagamento di una somma da 5164 euro a 25822 euro, nonché segnalati al Comune per il recupero delle somme non spettanti. I controlli, avviati in seguito a una preliminare analisi di rischio dei dati acquisiti presso il Comune di Tropea, hanno riguardato le 225 istanze presentate e sono stati eseguiti mediante il riscontro delle informazioni dichiarate in sede di autocertificazione da parte dei richiedenti, relative sia ai medesimi che a ciascun componente del nucleo familiare. Le verifiche, svolte dalle fiamme gialle della Tenenza di Tropea, hanno permesso di accertare che la metà dei nuclei familiari richiedenti avevano presentato false autocertificazioni, dichiarando - a giudizio dei finanzieri - fraudolentemente di non avere fonti di sostentamento finanziario e di trovarsi in condizioni di difficoltà economica ovvero di indigenza, tali da non consentire nemmeno il minimale approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità. In realtà, dall’attività ispettiva svolta è emerso che uno o più componenti dei nuclei familiari controllati, nel periodo di riferimento, a seconda dei casi, avevano disponibilità liquide anche rilevanti sui conti correnti; ricevuto lo stipendio, anche per cospicui importi, a fronte di rapporti d’impiego regolari e percepito il Reddito di Cittadinanza, indennità di disoccupazione o altre prestazioni sociali agevolate, come risultante dalle informazioni fornite dall’Inps.

Tra le irregolarità rilevate sono emerse anche richieste presentate distintamente da due componenti appartenenti al medesimo nucleo familiare, al fine di arrivare fraudolentemente all’ottenimento del contributo per un importo raddoppiato rispetto a quello previsto, ovvero autocertificazioni in cui era stata omessa l’indicazione di familiari coabitanti, risultanti dallo stato di famiglia, regolarmente retribuiti o già percettori di sussidi, allo scopo di simulare una condizione di indigenza.

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