L’accertamento della distrazione è scaturito da approfonditi controlli documentali e contabili, che hanno consentito ai militari di scoprire la “sparizione” delle disponibilità di cassa e di una cospicua parte dei beni che dovevano costituire il “magazzino” dell’impresa, nonché l’inserimento in contabilità di perdite fittizie al fine di nascondere gli utili d’impresa effettivamente conseguiti.
La condotta truffaldina sarebbe stata camuffata mediante dichiarazioni inattendibili, scritture contabili non veritiere e, soprattutto, attraverso alienazioni di beni simulate a carico di prestanome compiacenti.