I 3,3 milioni – come detto – rientrano nei fondi da destinare all’assistenza a soggetti appartenenti alle fasce deboli della popolazione del Vibonese: agli anziani e persone non autosufficienti. In gioco ci sarebbero 1.463.131 euro e 1.873.631 euro, ripartiti in due diverse annualità. Infatti, secondo quando confermato anche da Raffaele Blandino, segretario provinciale della Fnp della Cisl, a Vibo è al momento in via di emanazione il decreto per un ammontare di 600mila euro; mentre nel Comune capofila del distretto delle Serre, Serra San Bruno, il progetto – di un importo complessivo di 359.913 euro – non è stato ancora approvato; lo stesso per quel che concerne, infine, il distretto di Tropea, con Comune capofila Spilinga, dove non risulta nessun decreto di erogazione per il progetto da 506.218 euro.

«Tutto in alto mare, dunque – ha aggiunto Blandino – soprattutto per quel che riguarda il secondo riparto per il quale i progetti devono essere presentati entro fine aprile. Occorre subito attivarsi – prosegue il segretario di categoria – per non perdere questi finanziamenti dei quali il territorio ha tanto bisogno e che riguardano fasce deboli di utenza. Il tempo stringe, la scadenza si avvicina. Abbiamo chiesto pertanto, un incontro urgente con il partenariato sociale ai tre Comuni capo distretto, senza però avere risposta».

Oltre al danno, quindi, la beffa, perché i tre sindaci – Bruno Rosi per Serra San Bruno, Franco Barbalace per Spilinga e Nicola D’Agostino per Vibo – sarebbero rimasti in silenzio anche di fronte alle esortazioni dei sindacati, che sollecitano la conclusione dell’iter per sventare il rischio, ormai imminente, di perdere definitivamente i fondi. Blandino, però, non si è dato per sconfitto, e ieri ha ribadito di voler incontrare i responsabili dei progetti nei tre comuni, per conoscere direttamente dalla loro bocca «lo stato dell’arte relativo all’attuazione dei Piani di intervento della prima quanto della seconda annualità».

«Si tratta – ha concluso il sindacalista – di un vulnus alla collettività che grida vendetta e che non trova alcuna giustificazione». Per questo motivo è stato chiesta «l’apertura immediata di un confronto serio, costruttivo, concreto, nell’esclusivo interesse della sola collettività».