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La deputata del M5s Dalila Nesci nel suo intervento di ieri alla Camera dei Deputati, ha posto nuovamente all’attenzione del Parlamento il caso Alaco, invaso artificiale gestito da Sorical che dovrebbe fornire acqua potabile a centinaia di migliaia di cittadini, residenti nelle province di Vibo, Catanzaro.
Il lago Alaco e l'impianto di potabilizzazione ad esso collegato è stato posto sotto sequestro nell'ambito di un'indagine della Procura di Vibo già nel maggio 2012 ed è ritenuto da molti una delle cause principali dell’inquinamento dell’acqua nel capoluogo di provincia, in molti Comuni del Vibonese e in alcuni del Catanzarese. Il procedimento giudiziario scaturito dall'inchiesta “Acqua sporca”, che vede 16 imputati accusati a vario titolo di avvelenamento colposo di acque, omissione di atti d'ufficio, interruzione di un servizio di pubblica utilità e inadempimento di contratti di pubbliche forniture, da tempo stenta a partire ed è stato più volte rinviato a causa di difetti di notifica.
Di seguito il testo dell’intervento della parlamentare:
«Presidente, colleghi deputati, sollecito risposta all’interrogazione n. 4/00244 del 6 aprile 2013, nella quale con gli altri firmatari ponevamo la questione della potabilità dell’acqua proveniente dall’invaso artificiale dell’Alaco, che rifornisce un terzo della popolazione calabrese nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria.
Nell’atto in parola segnalavamo anche la vicenda, gravissima, del ritrovamento di valori di benzene in quantità 800 volte superiori al consentito.
Oltretutto, citando servizi giornalistici e inchieste della magistratura, per l’invaso e il suo schema idrico rendevamo conto di una serie di problemi aperti: un danno erariale – certificato dalla Corte dei conti – di quasi 70milioni; una sequela di errori amministrativi e tutto un quadro di insane pratiche di gestione, accompagnate da procedimenti penali avviati con pesantissime ipotesi di reato.
Con il collega deputato Parentela – co-firmatario della predetta interrogazione – informammo le Prefetture delle tre citate province e promuovemmo un tavolo tecnico, presso la Prefettura di Catanzaro per la risoluzione del problema principale, relativo alla molto dubbia potabilità dell’acqua proveniente dall’invaso Alaco. Il Prefetto catanzarese, Dottoressa Luisa Latella, fu immediata nell’agire, ma la Regione Calabria – guidata dall’Onorevole Mario Oliverio, del Partito democratico – non ha dato più risposte, come se il caso fosse uno scherzo.
Questa storia è piena di silenzi, omissioni e indifferenza istituzionali. Il punto è che 600mila e passa calabresi potrebbero ammalarsi di tumore, ma il governo nazionale non risponde alle nostre precise domande, malgrado i ripetuti solleciti finora effettuati».
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