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Domenica, 26 Agosto 2018 12:27

La Calabria magica e nascosta nei racconti di Silvana Franco e Loredana Turco

Scritto da Bruno Greco
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La Calabria da cartolina fa presto a fare il giro del mondo tra selfie, scatti paesaggistici e luoghi artistici immortalati dagli addetti ai lavori. Dal lungomare Falcomatà di Reggio fino al Parco nazionale del Pollino, i luoghi “da copertina” sono innumerevoli e richiederebbero un’estate intera per essere visitati. Ma per gli affetti da pignoleria l’immediatamente conoscibile non suscita il giusto fascino, quello che ne diviene invece dall’indagine e dalla conseguente scoperta. Attraverso un approccio parallelo ai consueti itinerari turistici, Silvana Franco (pittrice originaria di Simbario prestatasi alla scrittura) con il suo libro “Orme dimenticate” (Laruffa) ha percorso i sentieri di un’altra Calabria, quella che difficilmente viene citata nelle guide turistiche e che necessita di una notevole dose di passione e pazienza per essere raggiunta. Mentre si susseguono a dismisura gli scatti dei turisti attratti dalle bellissime Tropea, Capo Vaticano, Soverato, Diamante e San Nicola Arcella (solo per citare alcuni comuni ad alta intensità turistica) bisogna invece essere piuttosto curiosi per imbattersi nei ruderi del monastero dei SS apostoli di Bivongi nel Reggino, in quelli della Grangia tra Montauro e Gasperina nel Catanzarese, nelle carbonaie di Serra San Bruno e presso i megaliti di Nardodipace nel Vibonese, nel castello di Cleto nel Cosentino o nelle grotte di Petilia Policastro nel Crotonese. Sebbene sarebbe esagerato parlare di Calabria dimenticata, quanto meno bisognerebbe prendere coscienza che tanti posti – prima o poi destinati a diventare “non luoghi”, come direbbe l’antropologo Vito Teti – meriterebbero maggiore attenzione, soprattutto da parte delle istituzioni “obbligate” a preservare un patrimonio artistico e culturale che oltre a porre l’accento su un’altra Calabria possa fare anche da volano economico per i comuni l’hinterland, sempre più solcati da quelle orme oramai dimenticate. Data la grande presenza di questi importantissimi posti da scoprire, in lungo e in largo per la Calabria, Silvana Franco ha creato anche una pagina Facebook “Calabria: Orme dimenticate” che fa da appendice al lavoro edito Laruffa.

LEGENDABRIA Il viaggio attraverso i luoghi si carica di suggestioni e magia grazie al nuovo libro Legendabria, edito nel 2018 da Publigrafic, scritto da Silvana Franco a quattro mani con Loredana Turco, traduttrice e guida turistica. Un tentativo felice di mantenere un rapporto corretto e autentico col mondo passato per riscattarlo dall’oblio: «Legendabria – spiega nella presentazione del testo Vito Teti – la raccolta di “leggende” (ma anche di miti di fondazione, di storie fantastiche, ecc.) che adesso Loredana Turco e Silvana Franco hanno organizzato, con diligenza e passione, pensando essenzialmente a un pubblico di giovani lettori, ci pone, accanto al piacere di leggere e ripensare memorie orali dimenticate o sottovalutate, non pochi interrogativi, dinnanzi a un nostro ineludibile bisogno di misurarci con “quel che resta”, con quanto arriva dal passato e ci interroga». Come spiega nella premessa l’archeologa Chiara Raimondo «è un viaggio nel profondo di questa terra che le due autrici ci consentono di fare e, volendo, di approfondire. Un invito ai grandi ad avvicinarsi insieme ai piccoli alle proprie radici».

Tutti abbiamo sentito parlare della Fata Morgana che scelse come propria dimora le rive dello Stretto o dell’unione della ninfa Scrimbia e Calameo e dell’innamoramento del Re Nilio nei confronti di un umile fanciulla, remoti esempi di amore proibito nell’antica Hipponion (Vibo Valentia) e sul Monte Tiriolo (Catanzaro). E poi ancora il tesoro nascosto nella grotta di Trisulina nell’antica Papaglionti (Zungri) e la storia de Lo zampognaro sulla Luna. Mostri, ninfe e draghi che parlano di una Calabria poco conosciuta custodita nella memoria e che un giorno rischia di essere relegata all’oblio.

Il testo è caratterizzato da una struttura semplice, che introduce il lettore nel racconto/leggenda, contestualizzato di seguito in un breve cenno storico dei luoghi, impreziosito dai posti da visitare e corredato infine dai disegni realizzati dall’autrice Silvana Franco. Legendabria non è uno studio filologico, ma piuttosto un invito a conoscere quella Calabria magica che pur appartenendo all’oralità rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale che rischia di perdersi. Un testo che potrebbe funzionare a livello didattico nelle scuole primarie, magari, come spiega sempre Teti, accompagnato da letture critiche e storiche di autori calabresi come Padula, Rossi, Misasi, Satriani, ecc.